La sindrome della tasca è un problema di tipo congiuntivale piuttosto frequente nel cane e meno nel gatto.
Si manifesta come una congiuntivite cronica o recidivante, che migliora con la somministrazione di antibiotici locali per ripresentarsi puntualmente alla sospensione dei farmaci.
Si manifesta con la presenza di un materiale mucoso denso e/o purulento,e arrossamento della congiuntiva.
Le razze predisposte allo sviluppo della sindrome sono: Levriero afgano, Dobermann, Golden retriever, Setter Gordon, Alano, Pastore dei Pirenei, Labrador, Terranova, Barbone gigante, Rottweiler, Samoiedo e Weimaraner.
Di solito si tratta di cani giovani, clinicamente sani, dalla conformazione dolicocefalica. L’esame clinico e la visita oculistica risultano nella norma.
Lo Schirmer Tear Test (STT) risulterà nella norma e questo permette di fare una diagnosi difreziale rispetto ad una forma di Cheratocongiuntivite secca che puòinizialmente presentarsi con segni simili. Lo scolo è bilaterale e si osserva soprattutto nell'angolo mediale, nello spazio si forma tra il globo oculare e le palpebre.
Lo scolo è più consistente soprattutto al mattino, ma può ricomparire durante la giornata, soprattutto dopo un periodo di riposo.
La sindrome della tasca del canto mediale non è una vera e propria una malattia, ma la conseguenza di una caratteristica anatomica di alcune razze dolicocefale, che hanno orbite profonde, e cranio allungato e sottile e l'occhio profondamente inserito nell’orbita. In questo casi. Qui si viene a creare uno spazio tra occhio e palpebra inferiore (da qui origina il termine “tasca”) dove si accumulano le lacrime.
La parte acquosa evapora , lasciando un residuo mucolipidico. Soprattutto nell'angolo mediale assieme a qiusto materiale si vengono a raccogliere polvere e vari detriti che possono favorire l'infiammazione e la sovrainfezione batterica. Di qui conseguono un arrossamento della terza palpebra, della congiuntiva e aumento dello scolo oculare mucopurulento.
Se è presente anche del pus può essere consigliato un antibiogramma. La presenza di scolo purulento indica una infezione batterica secondaria. I batteri isolati sono di solito Gram positivi come Staphylococchi, Bacilli e Corynebateri spp. Raramente si isolano batteri Gram negativi e patogeni primari. Tra le procedure necessarie in corso di diagnosi occorre lavare i dotti naso lacrimali, per escludere una dacriocistite (infiammazione e infezione delle vie lacrimali).
Il paziente migliora con una terapia antibiotica locale , anche se lo scolo si riforma velocemente non appena si sospende il ciclo di terapia. Dal momento che questa sindrome è determinata dalla conformazione anatomica del cranio e dell’orbita, caratteristiche sulla quale ovviamente non è possibile intervenire, la pulizia rappresenta la migliore arma per la sua gestione.
Si può usare della soluzione fisiologica sterile, asportando il muco mattina e sera.
Inoltre è consigliato effettuare dei lavaggi extra dopo aver soggiornato in ambienti polverosi, ventosi o in spiaggia.
Il sequestro corneale,detto anche mummificazione corneale, necrosi corneale o Nigrum, è una patologia prevalentemente tipica del gatto.
Sono predisposti soprattutto i soggetti appartenenti a razze brachicefaliche, con muso piatto e occhi sporgenti, ma può comparire anche in gatti comuni.
Il Sequestro corneale si presenta come una macchia marrone scuro o nera nel centro della cornea, che può essere piatta o rilevata. Talvolta sono presenti dei vasi sanguigni provenienti dalla congiuntiva. La sua sovrapposizione con la pupilla spesso ne rende difficile il riconoscimento immediato . Anche i segni di fastidio, blefarospasmo ( occhio semichiuso ) e lacrimazione marrone brunastra, possono essere di intensità moderata o più accentuati.
Si sospetta una sua correlazione con l’Herpesvirs felino. Talvolta può risultare come esito di una rinotracheite infettiva ma può anche formarsi a seguito di una infezione latente, per esempio in momenti di particolare stress fisico od emotivo del gatto, o come risposta ad uno stimolo cronico quale aletrata produzione di lacrime o eccessiva esposizione corneale.
Il trattamento raccomandato per il Sequestro corneale è la rimozione chirurgica precoce, in quanto la sua espulsione spontanea può richiedere anche diversi mesi e può talvolta condurre alla perforazione corneale se la necrosi si estende a tutto lo spessore della cornea.
La chirurgia effettuata precocemente permette di eseguire un intervento meno invasivo con esiti cicatriziali minori .

Il glaucoma è una malattia dell’occhio caratterizzata da un alterato drenaggio del liquido in esso contenuto ( umor acqueo ) che causa un aumento della pressione interna. La pressione intraoculare normale nei nostri animali è tra i 15 e i 25 mmHg, pressioni superiori sono in grado di danneggiare la retina ed il nervo ottico in poche ore ed in maniera irreversibile.
In corso di glaucoma anche quando la visione è compromessa è importante riportare la pressione a livelli normali per due motivi:
Contenere il dolore
Evitare l’ingrossamento del globo ( buftalmo ) che puo’ causare a sua volta danni anche gravi alla cornea, fino alla perforazione
La pressione può essere controllata con l’aiuto di alcuni farmaci ad uso locale ( colliri ). Talvolta questi colliri non sono efficaci o lo sono per un periodo limitato di tempo. In questi casi la procedura di elezione è l’enucleazione del globo oculare, in quanto un occhio non vedente diventa per il cane fonte di dolore e di potenziali futuri problemi. Qualora non si possa o voglia procedere all’enucleazione è possibile tentare di riportare la pressione a valori normali mediante l’ablazione ( distruzione ) dei corpi ciliari, responsabili della produzione dell’umor acqueo. Questa può avvenire tramite laser o tramite l’iniezione intraocolare di un farmaco.
La seconda opzione è di più semplice attuazione, ha costi molto contenuti e prevede una sedazione di breve durata, seppur risultati meno costanti rispetto all’uso del laser.
Il 70% dei cani trattati risponde al primo trattamento con un abbassamento della pressione nella prima settimana. Del 30% che non risponde positivamente circa il 50% risponderà ad una seconda iniezione.
Questa procedura ha il vantaggio di essere poco invasiva e di richiedere solo una moderata sedazione ma non sempre permette di ottenere una risposta positiva ed una certa precentuale di cani dovrà riconsiderare in ogni caso l’opzione dell’enucleazione.
Si definisce sindrome di Horner un quadro clinico caratterizzato da uno o più dei seguenti sintomi:
Miosi ( pupilla più piccola )
Terza palpebra sollevata
Enoftalmo( occhio arretrato nell’orbita )
Palpebra superiore leggermente abbassata
La syndrome di Horner è causata da una disfunzione del sistema nervoso simpatico.
Le cause sono tutte quelle condizioni in grado di danneggiare l’innervazione simpatica nel suo percorso dal cervello all’occhio. Le fibre nervose simpatiche attraversano il midollo spinale fino alle prime vertebre toraciche dove escono e risalgono lungo il collo, passano vicino all’orecchio medio e terminano intorno e dentro l’occhio. Traumi, infezioni infiammazioni o masse lungo questo percorso possono causare uno o più tra i sintomi descritti.
Circa il 40-50% delle Sindromi di Horner però non si presenta in conseguenza di una di queste condizioni e viene quindi definita idiopatica. Queste forme tendono a risolversi spontaneamente in circa 15 settimane.
In cosa si differenzia la visita oculista veterinaria da una normale visita clinica?
Si tratta di una domanda logica e lecita da parte di chi si appresta per la prima volta a richiedere per il proprio amico a 4 zampe una consulenza oftalmologica.
Le principali differenze si trovano nella durata e nell’ uso di strumenti e test specifici, che permettono di valutare le diverse componenti dell’ occhio essenziali per la funzione visiva.
La prima fase prevede una attenta osservazione. Posizione e conformazione delle palpebre e del globo oculare devono rispondere ad alcuni parametri tra cui principalmente la simmetria.
Subito dopo, se necessario, si esegue un test che misura la quantità di lacrime prodotta dalle ghiandole lacrimali ( Shirmer test ).
Va fatto subito altrimenti stuzzicando gli occhi con le successive manovre si rischia di aumentare involontariamente la lacrimazione ottenendo valori falsamente alti.
Quindi si eseguono alcune brevi prove, muovendo la mano verso l’occhio (n reazione di minaccia ), toccando alcune parti del muso ed illuminando le pupille,per testare la vista e alcuni riflessi neurologici.
Se in questa fase sorgono dei dubbi si possono eseguire prove più complesse per determinare se la vista è presente sia in condizioni di luce sia in penombra.
A questo punto inizia l’esame strumentale, eseguito prima con la lampada a fessura, o biomicroscopio, che permette di osservare tutte le strutture esterne dell’occhio ad alto ingrandimento ( fino a 16X), per rilevare difetti di conformazione dei dotti lacrimali, eventuali peli che crescano all’ interno delle palpebre ( diistichie o cilia ectopiche ), irregolarità sulla superficie della cornea.
Se necessario, cioè se c’è il sospetto di una lesione sulla cornea, è possibile applicare una goccia di colorante, solitamente la fluoresceina, che metterà in evidenza eventuali difetti colorandoli di un verde brillante!
Prima di proseguire occorre misurare la pressione intraoculare (IOP).
Anche se la visita non è stata richiesta per un sospetto problema di pressione è opportuno registrare questo valore, che anche nella normalità è diverso da un individuo all’ altro. Questo per controllare se con il passare degli anni i valori cambiano in maniera significativa. La misurazione si ottiene tramite uno strumento digitale direzionato verso la cornea (Tonometro digitale).
Adesso vogliamo vedere un po’più in profondità, quindi occorre dilatare le pupille per avere un maggior campo visivo e osservare bene il cristallino e la retina.
Questa operazione richiede, dopo l’applicazione di una goccia di collirio, un attesa di 15-20 minuti.
Non sempre è necessaria! Alcuni animali,per conformazione o per agitazione hanno le pupille sufficientemente dilatate.
La visita quindi prosegue con l’osservazione del cristallino utilizzando nuovamente il biomicroscopio, e quindi la retina con un oftalmoscopio diretto, o indiretto, o talvolta con entrambi.
In ultimo, se si ritiene utile farlo, e a mio parere lo è sempre, ci prendiamo qualche minuto per scattare delle foto. In questo modo sarà possibile controllare l’evoluzione della malattia in atto o documentare in maniera oggettiva la situazione in un dato momento.
I quadri oculistici talvolta evolvono molto rapidamente!
A fine visita occorre riservare un po' un po’ di tempo per parlare….. Il Medico Veterinario dovrà, spiegare il problema e, se presenti, le ulteriori possibilità diagnostiche. E’ consigliato fare qualche indagine supplementare?Esami del sangue, ecografia , diagnostica avanzata, talvolta il problema oculistico è solo una finestra su un problema più ampio, che coinvolge altri organi.
Infine spiegare le possibilità terapeutiche e come le terapie vanno eseguite.
Tutto ciò che viene detto, esito della visita, esami proposti e terapie prescritte, viene rilasciato in forma cartacea per essere riportato ai successivi controlli.
Eimportante terminare la visita avendo un quadro quanto più possibile completo del problema in corso e di quali siano le possibilità di porvi riparo.
Fondamentale quindi chiedere ulteriori spiegazioni se qualcosa non è chiaro, sia riguardo alla diagnosi sia, e soprattutto, riguardo alle terapie.
Il Veterinario compie metà lavoro nel processo di guarigione ( quando questa è possibile!), il resto dell’onere, e onore, è sulle spalle di chi si farà carico delle terapie successive.
Ma i cani non portano gli occhiali... mi sento spesso rispondere parlando di Oculistica Veterinaria!
In effetti siamo portati a pensare all'oculistica come a quella branca della medicina che ci condurrà ( o meno ) alla scelta forzata della montatura meno disastrosa per noi, o alla condanna delle lenti a contatto a vita.
In realtà le condizioni patologiche che possono interessare gli occhi sono numerose, e non sempre facilmente riconoscibili, soprattutto nelle prime fasi dove il disagio è percepito dal diretto interessato ma non evidente ad un osservatore esterno. I nostri amici animali possono soffrire di numerose condizioni, alcune legate alla razza ( congenite o ereditarie) o all'età, altre di origine traumatica, infettiva o purtroppo anche tumorale. Il disturbo spesso diventa evidente al proprietario solo in fase avanzata, quando inizia a provocare diminuzione della vista o dolore.
Quindi, se anche se i nostri animali non percepiscono come noi lievi alterazioni della vista, dovute per esempio all'età ( anche loro invecchiando diventano presbiti, ma non dovendo leggere non se ne curano....), per contro non sono in grado di comunicarci disagi anche importanti fino a quando questi non sono tali da provocare sintomi evidenti. La stessa perdita della vista se avviene lentamente può passare inosservata, fintanto che le abitudini restano stabili. Questo grazie alla grande capacità di compensazione attraverso gli altri sensi propria di tutti gli animali. Un cane ed un gatto possono diventare ciechi lentamente e continuare a muoversi con disinvoltura in un ambiente familiare.
Perdita lenta della vista e dolore si possono manifestare sostanzialmente con una diminuzione della attività motoria, dell'attitudine al gioco, e nel caso del dolore, con diminuzione dell'appetito.
Ben diversa è la perdita di vista improvvisa, che può provocare una vera e propria crisi di panico con vocalizzazioni ed episodi di aggressività.
Cosa può osservare il proprietario guardando gli occhi del proprio animale? Molte volte nulla, il problema se localizzato nel comparto posteriore può non dare alterazioni a prima vista evidenti.
Altre volte si possono notare variazioni di colore o forma di iride, congiuntiva, cornea, pupilla. Modificazioni nella dimensione e posizione degli occhi e delle palpebre, nella quantità di lacrime prodotte.
Osservare periodicamente gli occhi del nostro amico animale servirà soprattutto a riconoscerne la normalità per notare quanto prima delle alterazioni.
Se si possiede un cane di razza, conoscere le patologie ereditarie tipiche di quella razza può essere di grande aiuto sia nell'osservazione delle anomalie possibili, sia nella programmazione temporale di specifiche visite specialistiche. Non tutte le malattie ereditarie infatti si manifestano nei cuccioli e nei cani giovani. Alcune patologie, se pure di origine ereditarie possono presentarsi in età adulta o avanzata.
Hai un Golden Retriever? la probabilità che sviluppi una cataratta è molto più alta che in altre razze. Un Volpino? Potrebbe andare incontro ad una lussazione spontanea della lente. E così via...
 Dr.ssa Alessandra Novelli
Nata a Milano il 30-10-1969, laureata nel dicembre del 1994 presso la Facoltà di Medicina Veterinaria di Pisa, Toscana.
Nel 1995 collabora attraverso una borsa di studio con l'Università di Pisa .
A partire dal 1996 effettua regolarmente periodi di approfondimento scientifico presso strutture accreditate, italiane ed estere.
Nel 1996 trascorre un periodo di formazione di 6 mesi presso l' Animal Medical Center di New York, con particolare attenzione verso l'oftalmologia, sotto la supervisione della Dr.ssa Alexandra Van Der Voerdth, diplomata ACVO.
Dal 1996 è socia della Società di Oftalmologia Veterinaria Italiana.
Nel 1998 frequenta il corso di base e avanzato di Oftalmologia della Sovi, e nello stesso anno trascorre un periodo formativo presso l'Università autonoma di Barcellona con la Dr.ssa Teresa Pena.
Nel 2004 partecipa al corso intensivo di microchirurgia oculare della European School of Advanced Veterinary Studies a Tolosa e al corso di elettrodiagnostica dei piccoli animali presso l'Università di Parma.
Dal 2012 segue il percorso formativo della FSA ( Fondazione Salute Animale ) sulle oculopatie ereditarie.
Nel 2014 frequenta il Basic Science Course of Veterinary and Comparative Ophtalmology presso l'Università del Nord Carolina.
Socia fondatrice della Clinica Veterinaria città di Lucca e successivamente dell' Ospedale Veterinario San Concordio, per il quale è tuttora responsabile del reparto di Oftalmologia in qualità di consulente esterno.
Certificatrice ufficiale panel nazionale FSA per le patologie oculari ereditarie.
A inizio 2025 da' vita alla Clinica Veterinaria Oculistica di Lucca, prima struttura specialistica in Toscana dedicata esclusivamente alla medicina e alla chirurgia degli occhi dei piccoli animali.
Kety Neri consegue il Diploma tecnico Superiore in Ragioneria indirizzo Giuridico presso l’I.T.C. F.Carrara di Lucca nel 1995. Frequenta la facoltà di Giurisprudenza dell’Ateneo di Pisa conseguendo ottimi risultati negli esami sostenuti.
Da sempre è attiva volontaria animalista occupandosi del recupero di soggetti maltrattati e abbandonati e del loro riaffido.
Accogliendo le sue passioni frequenta il corso di Tecniche di Allevamento ed Educazione cinofila presso l’Università di Pisa e si appassiona alle razze canine partecipando nel tempo libero ad addestramenti di sheepdog e di ricerca dispersi in superficie con il suo border collie.
Dal 2012 al 2020 è titolare dell’affisso Dracarys Devon Rex e gestisce un allevamento di gatti di razza occupandosi in particolare della dedicata fase dell’imprinting, della selezione caratteriale di soggetti adatti a famiglie e dell’arricchimento ambientale per gatti indoor.
Socia AFEF partecipa a convegni sull’alimentazione neonatale e sulla genetica felina.
Dal 2020 al 2023 lavora come assistente presso un poliambulatorio veterinario di Lucca e vi svolge il tirocinio. Nel 2023 si diploma Tecnico Veterinario accreditato ACS presso la Vetech School di Roma Dipartimento Universitario Autonomo.
Socia della Tecnivet , partecipa ai corsi di aggiornamento e approfondimento per Tecnici Veterinari.
Da novembre 2023 lavora come Tecnico veterinario presso l’Ospedale San Concordio di Lucca nei reparti di Terapia intensiva, Chirurgia e Pronto Soccorso.
Da febbraio 2025 collabora con la Dott.ssa Alessandra Novelli nella nuova Clinica Oftalmologica Veterinaria di Lucca e presta assistenza infermieristica veterinaria a domicilio costituendo un valido supporto professionale sia per i medici veterinari che per i pazienti.
 Dottor Giacomo Pii
Laureato con Lode nel 2006 presso la Facoltà di Medicina Veterinaria
dell’ Università degli Studi di Pisa, con la tesi dal titolo “Valutazioni
comparative tra pressione arteriosa invasiva e non invasiva nel cane
durante l’anestesia”.
Suoi campi di interesse professionale sono l’ Anestesia, con particolare
riguardo alle tecniche locoregionali neuroassiali e periferiche, la
Medicina d’Urgenza, la Terapia Intensiva e l’Algologia.
Tra i corsi seguiti, quelli ISVRA di Anestesia Inalatoria e di Anestesia e
Analgesia Endovenosa (TIVA-TCI) e quelli SCIVAC di Medicina d’Urgenza
e di Anestesia Epidurale e Spinale.
 Dott.ssa Martina Bechini
Master II livello in Anestesia e Analgesia dei piccoli animali.
Si è laureata in Medicina Veterinaria all'Università di Pisa nel 2017 con la tesi “Gestione del drenaggio nei cani da cinghiale”. Dopo il tirocinio post laurea presso il Loro Parque di Tenerife e presso l’Ospedale Veterinario Santa Lucia di Verona, torna in Toscana dove si dedica principalmente all' Anestesiologia, Terapia del Dolore e Medicina d'urgenza.
Partecipa a corsi di aggiornamento in ambito anestesiologico presso Unisvet, SCIVAC, Uni.Med.Vet e nel gennaio 2023 consegue il Master di II livello in Anestesia e Analgesia dei piccoli animali presso
l'Università di Bologna concentrando la sua attenzione sulla terapia del dolore chirurgico e/o oncologico.
Iscritta regolarmente alla Società Specialistica di Anestesia e Terapia Antalgica Veterinaria (SIATAV) SCIVAC.
Collabora attualmente presso l'Ospedale Veterinario San Concordio di Lucca e la Clinica Campo d’Aviazione di Viareggio come Medico Veterinario specialista in Anestesia e Terapia del Dolore e lavora come freelance in altre strutture che richiedono competenze di anestesia specialistica.
Luca Benvenuti si è laureato in Med Vet nel 1998 presso l’Università di
Pisa. Fino al 2000 ha svolto stages di formazione con il Dr. P. Barthez
all’Ecole Vét. di Lione(Francia), Dr. G. Haroutunian (spec. ecografia e
cardiologia), Dr. C. Bussadori(Dipl.ECVIM–Ca). Nel 2000 ha ottenuto una
borsa di studio di otto mesi presso il Dip. di Diagnostica per Immagini
(Liegi-Belgio). Dal 2001 al 2005 ha svolto ha una parte del training
Program con un programma alternativo dell’ ECVDI (Prof. F. Snaps e Dr.
V. Busoni-Dipl. ECVDI) e stages all’Ecole Vét. di Parigi e Lione. Ha
presentato Posters ai congressi della Società Europea di Diagnostica per
Immagini, di cui è membro dal 2001,a Murcia(E) nel 2002 e a Ghent(B)
nel 2004.Dal 2005 al 2022 è stato relatore alla SVDI, corsi di ecografia
clin. regionali,nazionali al corso di ecografia avanzata SCIVAC. Nel 2016
ha conseguito Master di II livello in diagnostica per Immagini (univ.
Pisa); dal 2017 al 2021 è stato relatore al Master di II livello in
diagnostica per Immagini (univ. Pisa).
Coautore del testo “Medicina e chirurgia del coniglio da compagnia” edito
Genoma (2012) in merito all’ecocardiografia del coniglio e
del Manuale di Ecografia Clinica Veterinaria EV 2013. Attualmente
collabora con diverse strutture veterinarie in Toscana, dove svolge
consulenze di ecografia clinica ed ecocardiografia.
Federica Pastorino
Laureata nel 2013 con 110/110 presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell' Università di Pisa con una tesi in anestesiologia dal titolo “Anestesia loco- regionale periferica nel gatto sottoposto a chirurgia ortopedica dell'arto posteriore: sviluppo di due nuove tecniche”.
Nel 2013 lavora nell’ Ospedale Universitario Veterinario “Ecole Veterinaire d’Alfort” a Parigi come assistente anestesista.
Dal 2014 al 2020 lavora presso L’Ospedale Veterinario San Corcordio a Lucca come medico internista in pronto soccorso e come anestesista.
Dal 2020 al 2024 lavora come anestesista presso Oculistica Veterinaria Genova, Centro Traumatologico Ortopedico Veterinario (Arenzano-Ge) e come freelance presso altre strutture del territorio Ligure.
Dal 2023 lavora come anestesista freelance presso diverse strutture Toscane.
Membro SCIVAC E SIATAV dal 2013, ha partecipato a diversi congressi nazionali di Anestesia e Analgesia Veterinaria.
Oftalmologia Veterinaria srl - Via Pesciatina 604 - 55012 - Capannori - LUCCA
Direttore sanitario : Dr.ssa Alessandra Novelli Medico Veterinario iscr. Ordine di Lucca n. 262
email: OftalmoVetLucca@gmail.com
telefono e Whatsapp: 347 4153901
|